La scuola e i cattivi maestri

In questi giorni si parla della scuola, e delle proteste studentesche per evitare la prova scritta all'esame di maturità: un falso problema. La nostra scuola, per una buona parte, è fuori strada già dalla fine degli anni '60 avendo rinunciato ad evolversi. E qui sta, infatti, la vera questione: quale può essere il ruolo migliore della scuola nella nostra società? Istruire o educare?

Qui è necessaria una breve parentesi riguardo al significato delle parole istruire o educare. Istruzione deriva dal latini in-struere (inserire, portare dentro); educazione, dal latino ex-ducere (tirar fuori). 

I movimenti sociali nati dopo il '68 hanno infatti ignorato questa domanda e si sono concentrati invece esclusivamente sull'appiattimento della scuola conducendo una guerra nefasta contro il merito ma, sopra tutto, non contribuendo a ricercane un effettivo miglioramento in funzione sociale. 

E qui mi vengono in mente le storie dei cattivi maestri

Nella mia vita ho incontrato alcuni «cattivi maestri»; molti di loro erano tali perché ingannati a loro volta dall’amor proprio e provavano gusto nel diffondere le proprie idee ed essere considerati intelligenti. Sono convinto che alcuni sapevano, e sanno, di essere in errore ma l’orgoglio impedisce loro di cambiare strada e ritrattare le proprie posizioni quando si dimostrano sbagliate. Ma spesso i cattivi insegnamenti sono anche di tipo morale e vengono proposti come buoni o innocui gesti e azioni che lasciano invece segni profondi e dolorosi nella vita dei giovani. Ho incontrato altri «cattivi maestri» che erano tali semplicemente perché superficiali, presentavano come assoluta quella che invece è solo una parte della verità. L’orgoglio impedisce loro di ammettere i propri limiti, spesso sono persone che non sanno dialogare e in particolare non sanno ascoltare; dal punto di vista morale, travisano delle verità perché non riescono a viverle. Altri «cattivi maestri» sono tali per smania di denaro e di potere. 

Gli insegnamenti sbagliati sono fondamentalmente delle bugieI ragazzi spesso sono i più indifesi di fronte alle bugie: non hanno ancora maturato l’esperienza sufficiente a capire chi vuole il loro bene e chi invece è confuso o ha altri fini. Fra i giovani la bugia è una realtà molto pericolosa perché semina disagio e discordia, entrambi elementi che non giovano al progresso della società nel suo insieme.

Commenti

  1. la scuola e più in generale il tema istruzione in Italia è un problema serio e viene da lontano, molto lontano. Il discorso sarebbe molto lungo provo a concentrare però il mio pensiero in poche righe.
    Senza entrare nel merito delle varie riforme che si sono susseguite il vero problema è secondo me concentrato su pochi fattori:
    1)insegnare non dovrebbe essere concesso a tutti solo perchè in possesso di una laurea abilitata in tal senso, prima d'insegnare bisognerebbe sottoporre i professori a specifici test attitudinali, spesso, troppo spesso, l'insegnamento che io reputo una MISSIONE è scambiata come un qualsiasi altro lavoro e non può funzionare così;
    2)lo sforzo principale che dovremmo fare tutti ed a tutti i livelli è quello di far capire agli studenti che a scuola si va per se stessi e non per il professore o per i genitori, ciò che si apprende è qualcosa che farà bene principalmente a loro stessi, finché il professore è visto come un nemico e la scuola il luogo dove trascorrere in maniera coercitiva del tempo, non si andrà da nessuna parte
    3)La scuola DEVE essere selettiva, la promozione a tutti non serve a nulla, tutti al liceo non serve a nulla, se un ragazzo ha attitudine tecniche deve sviluppare quelle capacità, ma in Italia se uno frequenta una scuola professionale è visto come uno studente di serie B, perchè la nostra società, fondamentalmente classista, giudica un buon tecnico o un ottimo artigiano un gradino inferiore rispetto ad altre figure professionali, fermo restando poi che la visita di un idraulico costa ormai come quella di un medico primario.

    Quando andavo a scuola ho sempre aiutato i miei amici, non nascondo che sono di quelli che passava il compito a tutti, ma formai anche un gruppo di 8 persone che tutti i giorni studiava dalla 15 alle 20 e con orgoglio posso dire che in quell' anno scolastico tutta la classe fu promossa senza nessun "rimandato" e per molti fu la la prima volta. Ancora oggi a distanza di oltre 40 anni ci vediamo, perchè poi quello che resta a tutti della scuola sono le amicizie che nascono sui banchi, le uniche vere, sincere e disinteressate.

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