COVID19


 

lunedì 23 marzo 2020 13:03

E' "solo" un altro virus. Conviviamo con i virus e li combattiamo nella battaglia per la sopravvivenza.

Niente di nuovo. Quello che mi irrita è la superficialità con la quale molti trattano di questo argomento

accettando il mainstream dei media e nei social, quello che ho definito il "pensiero unico".

Ma cerco di spiegarmi.

Premessa. Viviamo in un'epoca di cambiamento; per la prima volta nella storia l'homo sapiens si trova

ad affrontare situazioni che non hanno precedenti simili nella sua storia evolutiva, in particolare mi

riferisco: 1) agli oltre 7 miliardi di esseri umani che vivono sul pianeta (in continuo aumento); 2) quella

che viene definita l'era post industriale; 3) la globalizzazione; 4) lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale

(A.I.). Sono circostanze che l'umanità affronta con vecchi schemi di pensiero che caratterizzano il

funzionamento del nostro cervello (un organo straordinario che ancora non conosciamo a fondo ma che,

certamente, si è sviluppato ed evoluto in migliaia di anni). Questi schemi di pensiero, dai quali derivano

la nostra visione del mondo ed i nostri comportamenti, sono noti da tempo a filosofi, guide spirituali,

grandi scrittori e, infine, agli specialisti di oggi (neurologi e psicologi). Per contro, la nostra intelligenza ha

consentito uno sviluppo rapidissimo, in poco meno di due secoli, del lavoro (macchine endotermiche e

industria), della medicina, dei mezzi di comunicazione (internet e smart phone), dei mezzi di trasporto.

Senza entrare nel merito dei sistemi sociali ed economici, volendo limitarsi all'analisi della situazione

attuale senza fare altre speculazioni che ci porterebbero fuori strada, credo si possa concordare sul fatto

che capitalismo e globalizzazione hanno avuto molti effetti benefici che ci hanno consentito di tirare

fuori dalla povertà e dalla fame centinaia di milioni di persone, ma non siamo ancora riusciti ad

eliminare l'ingiustizia di una diseguaglianza profonda tra la piccolissima parte di esseri umani che

detengono gran parte della ricchezza e che godono di vantaggi straordinari. Tra i quali anche la salute

che ci ha consentito di allungare la vita media, ma sempre senza tenere bene in conto degli effetti

collaterali. Aggiungerei che il "pensiero unico" antropocentrico, questo antico, ha escluso quasi

completamente la visione naturalistica in cui l'essere umano, che convive con altre specie animali su

questo relativamente piccolo pianeta, ne è diventato padrone assoluto devastandone l'ambiente e

sterminando ogni altra specie vivente che non gli sia utile. Abbiamo ridotto intere specie di animali a

livello di oggetti, prodotti industriali, da allevare in condizioni inconcepibili di crudeltà. Alleviamo, male,

per uccidere (riflettiamo con empatia) e nel contempo inquiniamo l'ambiente e noi stessi (antibiotici).

Un padrone quindi sconsiderato e chiuso nella sua ristretta e limitata visione.

Ora, certamente il problema non è stare a casa per 15 giorni e rinunciare alla socialità, a correre o

camminare. Ma trovo insopportabile l'ipocrisia, la miopia, l'ignoranza, della massa – ben nutrita - che,

comodamente seduta in case riscaldate con telefono, elettricità ed acqua corrente, si accapiglia sui

social, ripetendo come un pappagallo solo quello che gli piace ed evitando accuratamente di valutare gli

argomenti con sufficiente profondità. La maggior parte di queste persone non riesce a leggere uno

scritto di oltre cento parole, quindi non lo capisce, e balza alle conclusioni dopo averne letto sole le

prime 25. La stessa massa che, una volta passata la bufera, dimenticherà tutto e continuerà imperterrita

a tenere comportamenti sconsiderati, come se non ci fosse un domani. Fino al mese scorso moltissimi

dileggiavano Greta Thunberg, portatrice di un messaggio importante quanto, se non di più, di questo

nuovo virus. Un messaggio che però riguarda il futuro ma che nonostante sia stato condiviso da oltre il

90% degli scienziati, viene considerato con grande superficialità se non ignorato. La scienza diventa

importante solo quando può difenderci da un pericolo immediato ma, quando ci avvisa sul prossimo

futuro, allora non le crediamo. Quindi la differenza è solo la strizza, l'egoismo individuale. Io non nego

che il COVID19 esista e che rappresenti un problema serio ma non mi sembra che sia il più grande

problema che abbiamo mai avuto e non sono convinto che tutto il clamore sollevato, le misure prese, siano

certamente adeguate. Per il momento gli unici dati certi, provenienti da fonti affidabili sono che: 1) la

sua diffusione è sorprendentemente veloce; 2) la sua letalità è piuttosto limitata in persone sane (non

più di una normale influenza) ma più forte nelle persone il cui stato di salute è già compromesso da altre

patologie, o dall'inquinamento atmosferico, o dal fumo (come una normale influenza); 3) In Italia i dati

sono confusi (non si fanno abbastanza tamponi) perché non possono essere rapportati al numero reale

(che nessuno conosce) di persone infettate; 4) pochi paesi al mondo si sono preparati a fronteggiare

adeguatamente minacce come questa, nonostante tutti ne avessero consapevolezza e comunque

individualmente, manca un coordinamento mondiale adeguato che sarebbe di fondamentale

importanza. Considerato, inoltre, che esistono due teorie relative al come limitare i contagi, la prima

quella che prevede restrizioni e limitazioni e la seconda quella così detta dell'immunità di gregge, e

tenendo presente che sappiamo ancora poco di questo virus e non vi è ancora certezza sui dati diffusi, il

fatto che il mondo si sia progressivamente allineato alla prima strategia lo ritengo esito di un fenomeno

di tipo "domino" per motivi legati al funzionamento della democrazia. Jean Francois Revel, filosofo

francese, parlando di democrazia ha scritto: "Il mondo in cui viviamo è diventato una macchina per

eliminare la democrazia che soffoca ad opera di se stessa per la realizzazione estrema a cui è pervenuta:

una blanda dittatura dell'opinione pubblica, l' omogeneità dei sentimenti, delle idee, dei gusti, delle

usanze, tale da sottomettere i cittadini alla schiavitù causata dall'onnipotenza del mutuo consenso."

L'ardua sentenza ai posteri.

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