Il mondo al contrario

Incuriosito dal clamore mediatico scatenato della critica a questo libro  che caratterizza quasi uniformemente l'autore come riprovevole perché contrario all'immigrazione e critico dell'omosessualità, mi sono cimentato nella lettura del libro scandalo (!) della calda estate 2023 scritto dal gen. Vannacci. 

L'aforisma di Benedetto Croce, riportato all'inizio del primo capitolo, mi ha incuriosito incoraggiandomi alla lettura: “Strani questi italiani: sono così pignoli che in ogni problema cercano il pelo nell'uovo. E quando l'hanno trovato, gettano l'uovo e si mangiano il pelo.”

Il corposo testo non si occupa solo di omosessuali e immigrati, ma affronta molti, e diversi, temi di rilevanza sociale quali, cito ad esempio, la gestione di immigrazione, illegalità, scuola, tasse, evasione fiscale, smaltimento rifiuti, edilizia, mobilità. Ed è bene chiarire subito che l'autore non esprime insofferenza nei confronti degli omosessuali e transessuali in quanto tali, ma piuttosto critica lo spazio che viene concesso dai media dell'informazione e dalla politica a tali argomenti, con un'ampiezza che travalica la loro effettiva consistenza in relazione all'interesse del pubblico nel suo complesso. Ho trovato il libro piacevole nella lettura, scorrevole, equilibrato, a tratti simpatico nelle sue espressioni; scritto a volte con un linguaggio da caserma ma non offensivo, e certamente non catalogabile come un incitamento al razzismo e alla discriminazione. Lo definirei piuttosto l'espressione di un disagio,  o se vogliamo lo sfogo, di chi si sente spaesato e non si riconosce in una società che pretende di imporre l'interpretazione critica di certi argomenti in modo uniforme. Un punto di vista condivisibile perché effettivamente si ha spesso l'impressione che la comunicazione delle notizie, degli eventi, dei provvedimenti politici, sia elaborata in modo tale da accreditare un "sentire comune" che di fatto non lo è. Comunque, pur non condividendo in toto la visione e le ricette del Vannacci, credo che il merito più importante che gli si può riconoscere è quello di provare stracciare il velo di "conformità" che sta avvolgendo l'informazione e la comunicazione, appiattite in una narrazione uniforme con la conseguenza di privare la società democratica dello strumento più importante a sua disposizione: il confronto di idee ed opinioni diverse indispensabile al progresso sociale. Molte delle critiche al libro che circolano mi sembrano piuttosto superficiali perché tendendo a banalizzare il contenuto del libro che assolutamente banale non è. 

In conclusione, un libro da leggere, forse scomodo solo per chi non accetta il confronto, ma importante perché si esprime contro il condizionamento forzato di una società che attraversa un periodo di cambiamenti epocali rischiando di perdere i propri concreti riferimenti storici e valoriali. Per questo penso che il libro possa dare un contributo importante alla nostra società. Ognuno è libero di pensare quello che vuole in merito alle varie problematiche presentate dal Vannacci e quindi criticarle ma, poiché si tratta di argomenti di grande rilevanza sociale, si dovrebbe farlo con onestà intellettuale e con la stessa precisione di metodo necessari per una critica aperta e un dialogo costruttivo.





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